
Esoterismo. Principi e sacralità
Tutte le società esoteriche sono interpretazioni della filosofia esoterica, che trova espressione, come un continuo filo invisibile della storia umana, in principi generali e nella sacralità.
I principi, che derivano da tale filosofia, sono: Libertà, Tolleranza, Fratellanza, Trascendenza, Segreto iniziatico.
La libertà è un dato inconfutabile delle nostre esperienze di vita. Noi sappiamo di essere liberi e ci troviamo a dover scegliere tra due o più scelte in modo responsabile. Anche se in teoria possiamo negare la libertà, nella vita reale non possiamo che agire presupponendo sempre la nostra libertà e quella degli altri.
Di libertà possiamo parlare in due accezioni diverse: materiale e costitutiva.
Le libertà materiali sono quelle che si possono caratterizzare come “libertà di”. In ambiti politici e sociali, sono richieste determinate libertà: libertà di pensiero, di parola, di associazione, di riunione, di movimento e simili.
La libertà in senso costitutivo è quella che, invece, inerisce alla stessa natura dell’uomo: l’uomo è uomo, se, e solo se, è libero. Viceversa, se l’uomo perde la propria libertà, non è più uomo. Noi possiamo incatenare un uomo a una roccia e privarlo così di tutte le sue libertà materiali, ma non possiamo impedirgli di pensare la libertà. Per impedirgli di pensare la libertà, dovremmo ucciderlo.
La libertà è strettamente connessa con la morale. La libertà è la prima condizione della morale. La morale è possibile solo sulla base della libertà: se non si dà libertà, non vi è morale. Ogni volta che la libertà è negata, non resta spazio alcuno per la comprensione autentica della morale.
Questo giustifica la scelta, da parte del pensiero esoterico, della libertà come concetto primario e fondamentale. Dignity, infatti, concepisce la mo-rale come la più alta realizzazione del perfezionamento iniziatico. Poiché la morale è possibile solo in condizioni di libertà, ne segue che la libertà è il concetto primordiale da cui deriva tutta la costruzione esoterica di Dignity.
Strettamente connesso con la libertà è il principio di tolleranza. Anche questo concetto presenta due significati diversi, che non hanno nulla a che fare con il significato comune di “tolleranza” inteso come “sopportazione”.
Diremo, allora, che quello di tolleranza è un principio mediante cui, alla presenza di una propria concezione dell’uomo e della vita, si riconosce l’esistenza di altre concezioni diverse e si assume nei loro confronti un atteggiamento di rispetto. Io ho la mia concezione ma riconosco a te il diritto di avere una concezione diversa dalla mia e quindi la rispetto. Non farò mai guerre per imporre a te la mia concezione.
Inoltre, quello di tolleranza è un principio mediante cui, in assenza di una propria concezione dell’uomo e della vita, si assume un atteggiamento d’indifferenza nei confronti di tutte le altre concezioni. Si sostiene che io posso tollerare tutte le altre concezioni proprio perché io non ne ho nessuna. Quest’atteggiamento è denominato “indifferentismo”.
Date le due definizioni di “tolleranza”, è da precisare che a Dignity inerisce solo la prima, mentre la seconda è completamente estranea al suo pensiero. Dignity, infatti, ha una sua filosofia, che s’ispira a quella esoterica, la quale dà origine a una precisa concezione dell’uomo e della vita. L’accusa d’indifferentismo, perciò, non vale per Dignity.
Il concetto di “tolleranza” è fondamentale per costruire il pensiero esoterico di Dignity, ma quello di “libertà” è anche originario. Il principio di tolleranza discende da quello di libertà.
Il terzo concetto fondamentale della filosofia esoterica è quello di “fratellanza”, che fa la sua comparsa, nella storia dell’uomo, in tempi assai remoti. Si può supporre che il primo vincolo che abbia legato un uomo a un altro uomo sia stato quello del sangue e che poi sia stato esteso anche ad altri uomini che appartenevano allo stesso gruppo sociale. Con il cristianesimo, il vincolo diventa religioso: si è fratelli in quanto figli dello stesso Dio. Con l’Illuminismo, il rapporto con il Padre perde la valenza religiosa e assume un significato del tutto particolare: il padre non è più Dio ma un insieme di principi morali condivisi. Si è fratelli poiché si crede in tali principi.
Il concetto di “fratellanza”, diversamente da quello di “uguaglianza”, consente di cogliere, oltre al fondamento comune, anche le differenze che sussistono tra gli uomini. L’uguaglianza appiattisce tutti gli uomini sullo stesso livello (minimo), mentre la fratellanza ne preserva le differenze, che consentono di instaurare tra gli uomini rapporti autentici. Gli uomini sono uguali rispetto ai diritti ma diversi rispetto alle caratteristiche soggettive (intelligenza, sensibilità ecc.), con cui si pongono di fronte ai problemi della vita e della società. Questa è la ragione per cui ho posto, tra i concetti fondamentali della filosofia esoterica, quello di “fratellanza” e non quello di “uguaglianza”.
La fratellanza è strettamente connessa alla tolleranza: quando io am-metto che altri uomini possono professare concezioni diverse dalla mia, io mi predispongo nei loro riguardi in modo tale da ritenerli degni alla mia stessa stregua e, nel fare ciò, li considero miei fratelli.
Abbiamo così che la fratellanza è connessa con la tolleranza e la tolleranza è connessa con la libertà. Il principio di libertà è, perciò, originario ri-spetto a quelli di tolleranza e di fratellanza. Esso è il concetto cardine della vita immanente dell’uomo. Ma può l’uomo acquisire il senso più profondo del suo perfezionamento restando negli ambiti dell’immanenza? La risposta è negativa. Le ragioni di tale risposta ci portano a indagare il quarto concetto fondamentale della filosofia esoterica, quello di “trascendenza”.
Quando si parla di trascendenza, si allude a un fondamento della realtà che trascende, ossia va oltre (è al di fuori) il dominio delle nostre esperienze di vita. Il concetto di “trascendenza” si contrappone a quello alternativo di “immanenza” (non esiste nulla al di fuori dell’esperienza).
Circoscrivendo il discorso sulla trascendenza ai valori, si ha che l’uomo trova, nella società in cui vive, un insieme di valori che sono oggettivi poiché esistono prima di lui e possono essere condivisi anche da altri uomini. L’uomo, tuttavia, non può condividere tutti valori che si danno nella sua società, poiché alcuni di essi sono in contraddizione. Condividerli tutti significherebbe introdurre nella propria coscienza i valori contraddittori che produrrebbero, a loro volta, condotte contraddittorie. L’uomo, perciò, per agire in maniera coerente, deve scegliere e condividere non tutti ma solo alcuni valori che si danno nella sua società. Nel fare ciò, egli sceglie e intro-duce nella propria coscienza alcuni valori oggettivi, che diventano soggettivi (valgono per lui) e assurgono a ragioni della sua condotta.
In che modo il principio di trascendenza si pone nei confronti dei principi di libertà, tolleranza e fratellanza? La libertà, la tolleranza e la fra-tellanza esprimono proprietà dell’uomo che si realizza in un processo di perfezionamento etico orientato dalla trascendenza. La trascendenza è il fine verso cui tende l’immanenza del perfezionamento iniziatico. La trascendenza regola l’immanente mentre l’immanente tende verso la trascendenza, in un processo dialettico che presiede alla realizzazione dell’uomo.
Questi quattro concetti fondamentali della filosofia esoterica sono elementi costitutivi della concezione esoterica dell’uomo. Per usare un’espressione tecnica, essi rappresentano un insieme di quattro elementi che chiamiamo ”quadrupla” e che rappresentiamo nel modo seguente:
<Libertà, Tolleranza, Fratellanza, Trascendenza>
Questa quadrupla è sufficiente per esprimere l’intera filosofia esoterica? La risposta è negativa. I quattro elementi, seppur necessari, non sono sufficienti, poiché manca il concetto fondamentale iniziatico: il “segreto ini-ziatico”. Se si vuole caratterizzare la concezione esoterica dell’uomo, è necessario aggiungere, ai quattro elementi, anche quello di “segreto iniziatico”, che ne rappresenta lo specifico.
Si ottiene così la quintupla:
<Libertà, Tolleranza, Fratellanza, Trascendenza, Segreto iniziatico>
che rappresenta la concezione esoterica dell’uomo. A questa concezione s'ispira Dignity.
Gli elementi della quintupla devono essere intesi globalmente. Ciò significa che, se viene a mancare uno solo di essi, non si ha più questa concezione dell’uomo. Chi volesse privare tale concezione di uno solo dei suoi elementi costitutivi non otterrebbe il risultato di indebolirla, quanto, piuttosto, il suo annullamento.
Tutte le società esoteriche, date nella storia dell’umanità, s’ispirano alla suddetta filosofia esoterica. Questo vale per Dignity, per la Massoneria, per gli Illuminati. Queste tre società hanno una base comune nella filosofia esoterica e si differenziano solo per le loro caratteristiche specifiche.
Per diventare adepto di una società esoterica, è necessario averne le qualità richieste. Solo coloro i quali saranno idonei per intraprendere la via iniziatica, saranno ammessi alla cerimonia d’iniziazione.
A tutti gli iniziandi viene presentato lo stesso identico modello di uo-mo, con lo stesso identico processo iniziatico. Di fronte a ciò, i singoli adep-ti, appena costituiti tali, si pongono con tutto il peso della loro soggettività. Ognuno di loro sarà una pietra grezza unica e irripetibile, differente da tutte le altre pietre grezze. Ciò significa che ogni adepto seguirà la propria via iniziatica nella realizzazione della perfezione. La levigazione della pietra grezza si manifesterà attraverso gli infiniti aspetti della soggettività. E’ così che si colgono, dopo l’atto costitutivo dell’iniziazione che è uguale per tutti, le differenze tra i singoli adepti. Vi sono adepti più o meno giusti, buoni, le-ali ecc. Ogni adepto, nel realizzare il modello di uomo che egli spontanea-mente ha accettato, si porrà di fronte ai principi di libertà, tolleranza, fratellanza, trascendenza e segreto iniziatico con tutto il peso della sua unicità e soggettività.
La realizzazione dell’adepto di Dignity avviene, perciò, in un continuo perfezionamento che lo avvicinerà, sempre più, al cospetto dei misteri dell’Ordine. Tale perfezionamento avverrà in un afflato armonico con tutti gli altri iniziati, i quali, nel complesso, formeranno la “Comunione degli E-letti”.
La concezione esoterica dell’uomo è caratterizzata dalla quintupla <Libertà, Tolleranza, Fratellanza, Trascendenza, Segreto iniziatico>. Solo il quinto elemento, il Segreto iniziatico, ne è lo specifico, nel senso che, se viene a mancare, non esiste più la filosofia esoterica. Ciò significa che l’edificio esoterico deve essere costruito sul fondamento del Segreto inizia-tico. Questa è la ragione per cui il quinto elemento della quintupla deve es-sere ulteriormente esplicitato.
Una prima considerazione riguarda il significato stesso di “Segreto iniziatico”. Con esso s’intende l’impegno a non rivelare l’iniziazione che si è ricevuta. L’oggetto dell’impegno è, quindi, l’iniziazione. Che cos'è l’iniziazione? Per “iniziazione”, s’intende una cerimonia rituale mediante cui si è ammessi all’interno delle società esoteriche. La caratteristica fon-damentale dell’iniziazione consiste in un complesso rituale denominato “morte/resurrezione”, mediante cui l’iniziando passa da uno stato preceden-te, detto profano, a uno stato nuovo, detto del neofita. Egli muore per rina-scere a nuova vita. Riti d’iniziazione sono presenti in tutte le concezioni dell’uomo, dall'antichità ai nostri giorni.
Iniziazione e segreto richiedono, a loro volta, il perfezionamento, ossia una procedura mediante cui l’uomo migliora se stesso, passando ritualmente a gradi sempre più alti di conoscenza. Iniziazione, segreto e perfezionamento sono, pertanto, i pilastri che sorreggono una società esoterica. Sia i riti d’iniziazione e di passaggio sia le verità rivelate solo agli iniziati sono denominati “misteri”. Nell'antichità, assunsero particolare rilevanza i misteri orfici, che sono ancora considerati come l’esordio del pensiero esoterico.
Una seconda e fondamentale considerazione riguarda la connessione tra Segreto iniziatico e sacralità, poiché l’iniziazione e il perfezionamento avvengono in un luogo sacro denominato Tempio. Si comprende così il ruolo fondamentale del sacro nelle società esoteriche. Che cos’è il sacro?
In generale, il sacro è qualcosa che, nella sua essenza, è separato, na-scosto e non raggiungibile (almeno nei modi in cui si accede alle altre cose). Il sacro, quindi, è separato. Ma da cosa? Per intenderlo, è necessario riferirsi all’opposto di sacro, che è profano. Nell'antichità, il Tempio aveva una parte consacrata, il fanum, e un luogo che stava davanti (al di fuori del fanum), che era il pro-fanum. In tal modo, il termine “profano” sta significando tutto ciò che è estraneo alle cose sacre.
Il Tempio è il luogo sacro, separato dai luoghi profani, ove avviene il perfezionamento. La forma architettonica del Tempio rappresenta e simbolizza l’universo. Dall’antichità ai nostri giorni, sono stati considerati Templi un giardino, una terrazza, una grotta, una capanna, una montagna, una torre, un palo. Famoso è il Tempio di Salomone, edificato su ciò che si credeva fosse l’ombelico del mondo, che ha profondamente ispirato società esoteri-che come la Massoneria e gli Illuminati.
Il Tempio è, per Dignity, il microcosmo sacro ove si realizza compiutamente la dottrina esoterica dell’Ordine.